La Guardia di finanza e il Fisco intensificano l'azione di dissuasione verso l'evasione sull'estero. Con un occhio di particolare attenzione allo scudo fiscale. Così se sono 40milai contribuenti che hanno ricevuto ( o stanno ricevendo) la lettera "ammonimento" dell'agenzia delle Entrate (si veda il testo della comunicazione della direzione Accertamento riportato in basso), la Gdf vede protagonisti i comandi territoriali che stanno inviando a soggetti "a rischio" i questionari per chiedere informazioni sulle disponibilità all'estero.
I reparti territoriali della Guardia di finanza stanno intensificando, infatti, l'invio dei questionari che bloccano la "scudabilità" delle rimesse estere. Come prassi, i comandi provinciali sfruttano le informazioni di intelligence dei propri reparti, dagli indici di ricchezza più evidenti (per esempio case e auto di lusso, barche eccetera) fino alla risaputa disponibilità di immobili all'estero abitualmente utilizzati per le vacanze.
Fonti investigative spiegano che l'invio di questionari è attività abituale per le Fiamme gialle, nel pieno rispetto della legge (Dpr 600/1973 e Dpr 633/1972) e delle circolari operative interne. Di diverso, oggi, c'è solo l'intensità e quindi il numero degli invii. Una sorta di invito, rivolto agli evasori, a muoversi prima che sia troppo tardi per lo sconto da scudo fiscale.
Sull'altro fronte, la nota delle Entrate (diretta agli uffici) si riferisce ai soggetti che negli ultimi cinque anni risultino essere stati "alternativamente" iscritti all'anagrafe dei residenti e all'Aire. In pratica si rivolge ai "rientrati" dell'ultimo quinquennio per ricordare loro l'obbligo di dichiarare le attività all'estero.E distingue tra due categorie di soggetti: quelli ai quali si richiede di restituire i questionari perché hanno all'estero attività rientranti in cinque categorie (disposizioni patrimoniali a favore di trust; forme di previdenza individuale e col-lettiva; donazioni liberali effettuate o ricevute; contratti assicurativi; strumenti finanziari anche di natura non partecipativi – si veda il testo qui in basso per il dettaglio); e quelli che non hanno l'obbligo di restituire il questionario perché non hanno nessuna delle cinque forme di attività elencate.
L'invito a rispondere al questionario viene qualificato come rientrante nella previsione dell'articolo 32 del Dpr 600 del 1973. Cosa che come precisato dalla circolare 43/E del 2009 (si veda l'articolo accanto)preclude in realtà la possibilità di fare lo scudo fiscale. E per i rientranti nelle cinque categorie la soluzione, a lume di logica, sembra questa, visto che la comunicazione agli uffici spiega che la «missiva ha finalità eminentemente preventive » ma se i contribuenti «non siano destinatari dell'invito a compilare il questionario ». La lettera che invece hanno ricevuto i contribuenti precisa che «le verifiche (sulle informazioni date, ndr ) le consentiranno comunque di assolvere gli obblighi dichiarativi in modo corretto, evitando di incorrere nelle sanzioni che come già ricordato, sono state di recente inasprite». Un chiarimento, però, che fa riferimento a obblighi dichiarativi e, quindi, verosimilmente alla compilazione del quadro RW.
Quindi una platea di contribuenti più o meno ampia all'interno dei 40mila destinatari della comunicazione si troverà esclusa dallo scudo. La spiegazione – a meno che non ci siano chiarimenti di segno contrario (al di là di quelli informali) nei prossimi giorni – che sembra emergere, ma anche stavolta solo a lume di logica, visto che siamo in pieno svolgimento della operazione scudo fiscale, è che l'amministrazione possa in qualche modo ritenere facilmente "scovabili" le forme di evasione rientranti in queste categorie, per cui chiude la scappatoia dello scudo.
